L'Italia verso il Duemila

Gli sviluppi futuri di un paese sono difficilmente prevedibili. E' tuttavia possibile immaginare quali saranno le richieste che un paese come l'Italia porrà all'immediato futuro e le risposte che esso potrà dare, benché le scelte politiche non sempre riflettano le autentiche esigenze dei cittadini. La crescita demografica appiattita, la disoccu-



УРОК 19


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diseguaglianza f несходство, различие dualismo m двойственность

pazione giovanile, le diseguaglianze tra Nord e Sud, i problemi dell'energia, dei servizi, delle comunicazioni inefficienti e del rap­porto con l'ambiente condizionano gli sviluppi dell'Italia nell'ultimo scorcio del secondo millennio.

Il confronto con i paesi più avanzati può suggerire le possibilità di sviluppo che nei prossimi decenni si intrawedono per l'Italia nei modi di vivere, produrre, rapportarsi con l'ambiente, pur ricono­scendo la specificità dei problemi italiani. Questi, oggi numerosi e spesso gravi, non potranno trovare soluzione nel giro di qualche decennio. I principali riguarderanno, come oggi, gli squilibri regio­nali, in cui soprattutto si inserisce il problema del Meridione, l'uso più controllato delle risorse, il maggior rispetto degli ambienti, la costruzione di un territorio più efficiente ma anche più rispettoso del carico di valori di cui l'Italia è ricca e che ne fanno l'originalità. L'Italia cresciuta e trasformata nei decenni appena trascorsi non ha mai adattato in modo efficace e armonioso le sue politiche alle esigenze imposte dal processo evolutivo. Il Progetto '80, che nel corso degli anni 70 aveva cercato di dare delle risposte a un paese profondamente cambiato e ancora in fase di mutamento, è stato trascurato e, anche se è vero che pianificare significa imporre vincoli al futuro, è però vero che le fasi di sviluppo parossistico, come quella recente, portano a situazioni che impongono scelte precise, interventi nuovi e rigorosi.

La popolazione italiana è entrata nella fase della crescita zero: per l'anno 2001 è previsto pressoché lo stesso numero di abitanti del 1987, 57 milioni. Rimanendo quasi stabile il numero degli italiani, cambiano la struttura della popolazione per classi d'età e la sua distribuzione sul territorio. Le conseguenze più rilevanti concernono il mercato del lavoro: nel Nord la disoccupazione,che già oggi è nettamente inferiore alla media della Comunità Europea, scomparirà e diverrà più difficile rimpiazzare i lavoratori che vanno in pensione; nel Sud l'offerta di lavoro continuerà ad aumentare per altri 30 anni.


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